La perfetta alchimia del Cafè del Lago

Racconto di un viaggio gastronomico di Stefania Campanella

Credo che se Hemingway fosse passato per Formentera, questo sarebbe stato uno dei suoi posti preferiti. Nonostante si trovi a pochi metri dalla strada principale, è come se tanti chilometri separassero l’ampia terrazza del locale dai rumori e dal movimento del porto. Mi accomodo su uno dei tavoli all’aperto e volgo lo sguardo a Estany des Peix, un lago (in realtà è una piccola laguna dove ormeggiano le barche di piccolo taglio) che al tramonto si colora di rosso e azzurro, nella calma totale della sua superficie piatta.Insomma, il primo ingrediente che apprezzo al Cafè del Lago è il totale relax.

Mi accoglie Sandro - proprietario insieme a sua moglie Alice del locale - con il suo accento romagnolo e i suoi modi gentili e accoglienti, tipici delle sue parti: “Si chiama cafè perché quando abbiamo aperto, diversi anni fa, facevamo solo colazioni, ora invece, è possibile pranzare, cenare e anche fare merenda!”. Opto per un menu degustazione, affidandomi all’estro dello chef Stefano Mandrioli. Si inizia subito con una Caprese di bufala con pomodori confit al pesto genovese (il cui segreto è una cottura lenta, che li rende irresistibilmente saporiti) e Cozze alla tarantina con crostoni; pur non essendo il mio mollusco preferito, eccone il risultato:

La prima cosa che noto dopo questi primi assaggi è la cura di ogni ingrediente. Si ha la sensazione che in cucina nulla sia lasciato al caso. E mentre sorseggio del vino bianco davanti al bel panorama, arriva qualcosa che già alla vista mi cattura: una Bruschetta di alici marinate, con riduzione di aceto balsamico. Mmmm... davvero sfiziose. Ora però voglio andare in cucina a sbriciare un po’.

 

 

 

 

Qui incontro Stefano e il suo staff, che lo definisce “l’integralista della materia prima” e da quanto ho potuto provare, non stento a crederlo (il pesto era fresco fresco e le alici avevano una consistenza impeccabile). Chiedo allo chef quale suo piatto si porterebbe sulla luna e mentre ci pensa, riesco a fotografare altre specialità, come la Bistecca di tonno con caponata siciliana e l’Entrecôte di manzo con patate e maionese di peperoni. Però, mica male per un locale che pensavo facesse solo pizze. 

Infatti, va detto che il Cafè del Lago da una parte è ormai un punto fermo dell’isola, ma nello stesso tempo si è evoluto, adattandosi alle esigenze della clientela senza rinunciare alla cucina di livello. E qui tocchiamo un punto dolente. Infatti, nonostante il ristorante offra una carta molto invitante, qui è possibile anche ordinare un hamburger o una mezza porzione di pasta per i più piccoli... Si crea così una “tensione” tra la gestione manageriale, che giustamente vuole accontentare ogni tipo di cliente, e la sperimentazione dello chef, il cui intento è quello di creare piatti unici, tendenzialmente più elaborati di una semplice pasta al pomodoro. Ma è proprio questa l’alchimia vincente del Cafè del Lago: una grande sinergia tra razionalità e creatività. Ecco perché qui possono stare bene un po’ tutti.

Ma torno a tavola e ad aspettarmi ci sono le Pappardelle con gamberi e pesto. Qui la pasta è fatta in casa e se non mi vergognassi, ne ordinerei un altro piatto. Per fortuna arriva Stefano in persona a presentarmi il suo piatto forte “quello che - afferma - si porterebbe sulla luna”: Baccalà su crema di bufala con cipolle rosse caramellate.

Definirei questo piatto come l’esperienza top provata al Cafè del Lago, la ciliegina sulla torta (anche al dolce non sono ancora arrivata): ho letteralmente sfogliato il pesce, come se fosse un millefoglie. La perfezione del trancio si fondeva con la crema morbida, delicata e avvolgente della mozzarella. E le cipolle? Una caramellatura senza “sbruciacchio”, segnale di grande abilità, a mio avviso. Risultato: tra i primi tre piatti di tutta l’isola che consiglierei di non perdere.

Rimango a contemplare il lago, sorseggiando l’albariño che Sandro ha abbinato al baccalà. Un vitigno gallego, minerale e sapido, che adoro.

Intanto, la terrazza si è popolata e vedo “passare dei passatelli”

all’astice molto invitanti. Pazienza, sarà per la prossima volta. La mia avventura si conclude degnamente con un salame di cioccolata, che mi riporta all’infanzia, quando me lo faceva mia nonna, e un assaggio di cheese cake (alla robiola) con guazzetto di fragole.

Immagino che se Hemingway fosse davvero passato di qua, sarebbe stato più minimalista di me a tavola, ma le tentazioni son tentazioni, e il Cafè del Lago ne presenta tante. Alcune le sforna, perché le pizze restano comunque una specialità, come La Spalata, quella più richiesta, a base di pomodoro, mozzarella di bufala, prosciutto crudo e basilico fresco.

Prima di andare, ho chiesto a Sandro: “Se il Cafè del Lago fosse una canzone, quale sarebbe?”. Credo che ci stia ancora pensando, ma di certo un brano da canticchiare sempre e che non annoia mai.

Prezzi, alcuni esempi:

Cozze alla tarantina 13
Pappardelle con gamberi al pesto 13,5
Pizza Spalata 13,5
Filetto di baccalà con cremoso di bufala e cipolle agrodolci 17
Salame al cioccolato 5,5

La cucina chiude alle 24.00.

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